Progetto realizzato in collaborazione con
Telefono Rosa Napoli, Sportello antiviolenza CISL e SIULP Polizia di Stato
regia: Gennaro Monforte
con: Martina Di Leva, Giulia Esposito, Cecilia Lupoli, Gennaro Monforte
Fascia d’età consigliata: 13-18 anni
Marianna, Assunta e Carmela sono tre donne che si ritrovano in uno spazio comune, indefinito. Come in un sogno, rivivono le proprie rispettive storie, ognuna segnata da una qualche forma di violenza: Marianna è madre di due figli ma anche moglie di un uomo particolarmente aggressivo, che giunge a causarle delle ferite che la donna fatica a nascondere. Assunta è un’adolescente raggirata da uno sconosciuto tramite uno dei vari social network a cui è iscritta. Carmela invece è cresciuta in una famiglia della malavita napoletana, e scopre sulla propria pelle quanto complicato può essere allontanarsi da una relazione nociva.
Allo stesso tempo però, le tre donne incarnano anche qualcun altro: Stefania, una ragazza alle prese con un buffo brigadiere, intenta a sporgere denuncia in commissariato per un reato surreale, di cui è stata vittima ma che non è semplice descrivere.
La consapevolezza, la speranza e la forza delle nostre protagoniste si incarnano in lei. Scopriremo assieme a loro l’importanza letale del silenzio.
4
attori
1
tecnico audio
50
minuti circa
4
sedie
1
banco
Canti di donne è un progetto nato per sensibilizzare gli studenti sul delicato problema della violenza di genere e del femminicidio, una proposta che va oltre il solo spettacolo.
In occasione del dibattito successivo alla messinscena, verrà distribuito agli studenti del materiale informativo ed è prevista la possibilità di intervento di un esponente della Polizia di Stato per approfondire e istruire gli spettatori sugli argomenti trattati.
Il lavoro presenta un linguaggio adeguato agli adolescenti e spesso un registro leggero, con l’intento di squarciare il velo dell’indifferenza di fronte a un problema urgente, da cui nessuno può dirsi del tutto al riparo: la violenza di genere e in particolare il femminicidio, che negli ultimi anni sta dilagando in maniera incontrollabile, laddove a poco sembrano servire le iniziative istituite di continuo per arginare tale fenomeno.
Assieme a un adeguamento normativo, la vera speranza sembra essere nel coraggio e nella consapevolezza: il coraggio nel denunciare le violenze, il coraggio da parte di tutti nel non restare indifferenti.
E l’informazione, il sapere che l’amore può avere tante facce, ma nessuna di queste lede la libertà, l’integrità, la dignità della persona.