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IL COLLOQUIO

Premio Scenario Periferie 2019,  finalista In-Box 2021 

Progetto e regia: Eduardo Di Pietro

Con: Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino

Aiuto regia: Cecilia Lupoli
Costumi: Federica Del Gaudio
Organizzazione: Martina Di Leva

Residenza artistica: Residenza per artisti nei territori – Teatro Due Mondi, Faenza

Con il patrocinio dell’associazione Antigone

SCHEDA ARTISTICA

Il Colloquio prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli.
Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l’inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all’interno, una di loro è incinta: in maniera differente desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame.

La vita quotidiana della città non si è ancora risvegliata e dalla sospensione onirica della situazione, dagli scontri e dagli avvicinamenti reciproci, emerge la visione brutale di una realtà ribaltata. La galera, un luogo alieno, in larga parte ignoto ed oscuro, si rivela un riferimento quasi naturale, oggetto intermittente di desiderio e, paradossalmente, sede di libertà surrogata. In qualche modo la reclusione viene condivisa all’esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche. Nella loro realtà, la detenzione è una fatalità vicina – come la morte, – che deturpa l’animo di chi resta. Pare assodato che la pena sia inutile o ingiusta.
Nel corso delle ricerche ci siamo innamorati di queste vite dimezzate, ancorate all’abisso, disposte lungo una linea di confine spaziale e sociale, costantemente protese verso l’altrove: un aldilà doloroso e ingombrante da un lato e, per contro, una vita altra, sognata, necessaria, negata. La mancanza, in entrambe le direzioni, ci è sembrata intollerabile.

Motivazione della giuria

Nella liminalità di un’attesa che è condivisione di un tempo sospeso, tre donne si contendono un territorio ristretto, dove i legami spezzati dal carcere si riflettono inesorabilmente in una reclusione altra, introiettata eppure reale.
Fra legami negati e solidarietà imposta,
Il Colloquio è la fotografia spiazzata e spiazzante di un’antropologia indagata nelle sue ragioni sociali e culturali profonde e apparentemente immodificabili, dove il femminile è restituzione di un maschile assente e quindi fatto proprio, con efficace scelta registica, da tre attori capaci di aggiungere poesia all’inesorabilità di storie già scritte e aprire spiragli onirici imprevisti.

Paolo Verlengia, Teatrionline

Questa è la pelle dello spettacolo, che come un organismo vivente risente della salute degli organi che contiene. Il Colloquio ci permette di riflettere sulla natura stessa del teatro, il suo essere un organismo sistemico di più livelli, ma soprattutto una realtà parallela. Una realtà fatta di finzione, naturalmente, che però viene perlustrata, abitata e vissuta integralmente dagli artisti di scena. […] Oggi celebriamo il Collettivo LunAzione, perché uno spettacolo perfettamente riuscito è un evento raro, prezioso, divinatorio, capace di connessioni dimensionali pur senza mai rinnegare la sua matrice terrenale.

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